In occasione della consegna dello “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2018 Award” al grande regista cinese Zhang Yimou, è stato presentato la sua ultima pellicola.
Presentato fuori concorso, ecco la nostra recensione di “Ying (Ombra)”.
Titolo
“Ying (Ombra)”
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Già protagonista di Venezia negli anni ’90 con tre film del suo lato più intimista e “didattico”, Zhang Yimou presenta il suo “Ying (Ombra)” tornando al genere che ha fatto amare in tutto il mondo, il wuxia. Paragonabile al “cappa e spada” occidentale, il wuxia è un genere letterario e cinematografico che vede come protagonisti antichi guerrieri e lunghe guerre fra clan. Zhang Yimou aveva conquistato il pubblico con capolavori come “Hero” o “La foresta dei pugnali volanti“, dimostrando la sua attenzione per i dettagli, le sue scene paragonabili a veri e propri quadri, i colori e le grandi storie sia romantiche che tragiche.
Con “Ying (Ombra)” crea un wuxia intenso, con una trama e dei personaggi complessi, ma la cui vera forza sta nei colori e nella costruzione dell’immagine. Se “La foresta dei pugnali volanti” viene ricordata anche per l’utilizzo eccezionale di colori accesi, in contrasto fra loro tanto da bucare lo schermo, in “Ying (Ombra)” si ha un continuo gioco in scala di grigi, con il nero e il bianco così importanti da poter essere considerabili personaggi veri e propri. La scelta ha un duplice significato: da una parte ricorda la tradizione cinese della pittura ad inchiostro ed acqua, dall’altra concede un gioco di ombre e luci sia visivo che drammaturgico, riprendendo anche l’ovvio concetto di yin e yang.
L’utilizzo di materiali in linea col concetto del regista e l’impostazione della scena sempre divisa fra questi due poli cromatici rendono “Ying (Ombra)” visivamente eccezionale, ricordando ancora una volta perché Zhang Yimou è considerato uno dei registi migliori della sua generazione.
Nel cast troviamo Chao Deng con una doppia interpretazione e doppiamente bravo, Li Sun, Ryan Zheng, Qianyuan Wang, Jingchun Wang, Jun Hu, Xiaotong Guan e Lei Wu.
Chi Scrive
Insieme a Wei Li, Zhang Yimou scrive un wuxia profondo, che prende i lati chiari ed oscuri dei personaggi, dell’amore e del potere, con dialoghi brevi ma epici come ci ha sempre abituati.
Molto belle le scene musicali, in cui la dicotomia non solo cromatica del film si fonde volutamente in un’unica armonia amorosa.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
“Ying (Ombra)” parte dall’idea di raccontare la figura dei sostituti dei potenti, sosia delle personalità più importanti che prendevano il loro posto in pubblico per evitare che finissero vittime di assassinii.
Ambientato nella Cina del periodo dei Tre Regni (220-280 ca d.C.), la pellicola ci racconta di un re esiliato che cerca di riconquistare la propria terra, spronato dal suo comandante e dal sosia di quest’ultimo, Jing (Chao Deng), così simile che anche la moglie del Comandante fatica a distinguerli.
Cosa dicono
Zhang Yimou: “La cultura tradizione cinese, che ha 5000 anni di storia, è sempre stata molto importante nella mia cinematografia, un’influenza come fonte d’ispirazione e di creazione.”
“Come tanti sanno, nei miei film precedenti ci sono sempre state delle immagini molto forti per quanto riguarda il colore, diventando anche quasi iconiche. A me però piace da sempre l’espressività che si vede in “Ying (Ombra)”, che richiama il disegno tradizionale cinese, quello con la china.
Era da tanti anni che mi sarebbe piaciuto fare questo tipo di film, e non è una direzione facile. La difficoltà maggiore è ottenere quel tipo di effetto perché, nonostante siamo progrediti con i computer e tutto, per quanto riguarda i costumi, il trucco, le scenografie, bisogna che ci sia una materialità come se si creasse un quadro in cui gli attori si trovano a recitare.”
Di cosa avrete bisogno
A chi già ama i wuxia di Zhang Yimou, con le sue volute esagerazioni, “Ying (Ombra)” darà solo grandi soddisfazioni, anche se col suo stile sempre più maturo potrebbe aprirsi ad un pubblico ancora più ampio.
È preferibile vederlo in lingua originale, per non perdere le tipiche intonazioni del cinese parlato, che danno un ritmo ed una profondità che nessun’altra lingua sarebbe in grado di dare.
Un’ultima cosa…
Altro elemento caratteristico dei wuxia di Zhang Yimou è la sua incredibile inventiva nel creare armi e scenografie, sia belliche che civili. Come in “Hero” gli incredibili “archi a piedi” aprivano la pellicola, in “Ying (Ombra)” troviamo armi altrettanto geniali e letali ma soprattutto sempre visivamente vincenti.
Voto su 5 Leoni (Venice Edition)